Su questo sito usiamo i cookies. Chiudendo questo messaggio si presta il consenso all'uso dei cookie.

LA STORIA

25 Giu 2003

LA STORIA

Fare l’architetto è un sogno che non coltivo da bambino.

Non sono come quelli che fin da piccoli, facendo scarabocchi su un foglio di carta, avevano il destino segnato o quelli a cui, disegnando quadrati, si prospettava un futuro a livelli di Le Corbusier.

Non sono figlio di architetti.

Anche se devo tutto alla sana consapevolezza dei miei genitori che, non potendomi sostenere nella materia, mi hanno appoggiato su tutto il resto, consegnandomi un bagaglio di certezze su tutto quello che non riguarda il mondo dell’architettura.

In casa mia, prima dei miei studi, non girava un libro di architettura.

Oggi la mia biblioteca può suscitare invidia a qualche dipartimento universitario.

L’assioma secondo il quale il figlio di architetti è avvantaggiato nella professione è vero come il succedersi dei giorni.

L’unico punto su cui si può competere è la passione.

La passione è il motore della caparbietà, la voglia di cercarti la strada tra gli infiniti sentieri che ti si aprono davanti.

La capacità e la fortuna devono fare il resto; ma queste si possono celare, modificare, amplificare e manomettere, la passione no.

 

GLI INIZI

La carriera dentro questo mondo comincia con la scuola tecnica per geometri; questo diploma rappresenterà l’inizio dell’interesse per la materia e la croce che all’università portano tutti quelli che escono con questo diploma.

Uno crede che, cominciando ad occuparsi di materie tecniche alle scuole superiori, si arrivi all’università con una preparazione più congrua…………….ma poi alle prime lezioni ti accorgi che, provenendo dalla scuola per geometri, sei più o meno un appestato.

Ricacciato nella “Guantanamo” dei geometri comincia la tua sfida al resto del mondo accademico per dimostrare che in fin dei conti non è dal diploma che “si giudica un architetto ma dall’altruismo e dalla fantasia………………………..”.

Poi scopri che anche Renzo Piano ha studiato da geometra e che anche Buckminster Fuller era un “geometra” nel senso letterale del termine “misuratore della terra” e qualcosa non ti torna.

Dilemmi Giovanili.

Il mondo accademico è comunque rigido nelle convenzioni che ogni professore detta ai suoi alunni: è fatto di verità sempre diverse e di“costrizioni”più o meno forzose.

Si cerca di compiacere il professore di turno secondo il suo “stile” che poi è lo stile di altri e così via verso manierismi di secondo e terzo livello.

Tutto quello che scopri lo devi alla tua curiosità e alla voglia di un manipolo di docenti veramente appassionati che infondono nell’insegnamento il proprio sapere.

 

LA CURIOSITà

Io comincio a diffidare di alcune “affermazioni”e inizio ad appassionarmi dell’opposto di quello che ti dicono e improvvisamente scopri che i docenti tendono a farti conoscere solo la metà delle verità : l’altra metà o la scopri da solo o ti adegui.

Ed io non volevo adeguarmi…..

L’unico mezzo per ovviare a questo problema era ed è leggere e curiosare.

Non puoi pensare di praticare questa professione senza conoscere quello che accade in giro e non puoi fidarti delle scelte che altri fanno per te.

Quando a  lezione i professori dicevano di leggere la rivista “Casabella”, perchè rappresentava il meglio delle riviste di architettura in Italia, io andavo in biblioteca e sfogliavo la rivista del compianto Bruno Zevi,”L’architettura cronache e storia”, scoprivi che una era il compendio dell’altra e che non potevi leggerne una soltanto perché avresti scoperto solo la metà degli architetti che costruivano in Italia e all’estero.

E così via, mi dicevano guarda questo architetto e io guardavo quello e molti altri,mi dicevano studia quel testo e io studiavo quello e moti altri, mi dicevano approfondisci questo argomento e io approfondivo quello e molti altri.

Andavo, all’uscita dell’università, alle librerie di zona (la CLEAR e DEDALO).Non avevo molti soldi per comprare libri(sempre costosissimi!)ma ricordo con piacere il tempo passato a sfogliare quelle pagine.

E ricordo con piacere la vecchia libreria Dedalo, la stanzetta quando entravi, la scaletta per scendere il dislivello da dove potevi ammirare il grande tavolo centrale dove c’erano le novità e poi la cortesia della signora Fabrizia che informata su tutto il mondo dell’editoria-architettonica dispensava segreti e novità…………per molti lei ha rappresentato il primo motore di ricerca in un mondo che non aveva internet.

Oggi molte cose sono cambiate, ma una cosa rimane sempre la stessa:la curiosità. 

E la curiosità mi perseguita da sempre…………

 

IL BIVIO

Un giorno arrivi ad un bivio: scegliere oppure no un corso universitario tenuto da un professore; una scelta già fatta altre volte e quindi nella norma.

La vita, però, ti riserva sorprese e la scoperta di quel professore fu illuminante.

Si trattava dello scomparso Luigi Pellegrin. 

Arrivavamo da LUI al 5 anno accademico: molti rinunciavano in partenza, altri durante, pochissimi avevano la forza di resistere.

Ricorderò per sempre le sue lezioni svolte a Fontanella Borghese, lezioni costruite attraverso le sfide ed intorno alle curiosità che, trapassando il “culturame modaiolo” diffuso nel mondo architettonico, densificavano le nostre masse cerebrali già infettate da numerose metastasi.

La rivelazione, che ne scaturiva, era assolutamente unica.

Scoprivi il MONDO.

Quello che gli altri per quattro anni ti avevano nascosto.

Ricordo il suo sguardo ed il suo silenzio, ricordo il momento in cui ti lasciava solo con le tue poche certezze ed i tuoi tanti dubbi.

LUI riusciva ad ingigantire le tue lacune, ma lo faceva in un modo tale che dopo l’umiliazione susseguente, tu ne uscivi più forte e deciso di prima: inspiegabilmente ti era aumentata la voglia di “fare architettura”.

La grandezza di Luigi Pellegrin era nella sua consapevolezza di essere una persona eletta.

Eletta dagli essere umani.

LUI, in questi ultimi venticinque anni, avrebbe potuto fare molto di più quello che ad altri è stato, purtroppo, permesso.

Non ha più senso trovare le colpe.

Anche se le colpe sono evidentissime.

Ma LUI questo non interessava e, quindi, continuava a nutrire le persone con le quali entrava in contatto attraverso i suoi densi silenzi.

LUI mi ha insegnato ad amare l’architettura nell’unico modo in cui si può insegnare questa dolce disciplina:

-suscitarti la curiosità (per ¼),

-metterti di fronte alle tue responsabilità (per ¼),

-pensare nello spazio (per ¼),

-sapere che se qualcuno ti copre di merda, tu devi rialzarti più forte di prima (per ¼).

Il suo insegnamento mi ha ripagato di tanti momenti vissuti distrattamente.

 

LA FINE

Arriva il giorno della fine del tuo corso universitario, discuti la tesi e completi il tuo sogno.

Iniziano le prime difficoltà, devi superare l’esame di stato e devi cominciare a scegliere dove andare a lavorare.

Superi l’esame di stato e diventi architetto: non sei ancora nessuno, ma hai chiuso il cerchio iniziato con la scuola materna dalle suore spagnole.

 

ORA CHE FARE?

L’orizzonte aperto a 360°, ti va di spaziare ovunque, ma devi restringere il campo per poter raccogliere frutti il prima possibile.

Comincio a fare concorsi di architettura alcuni riservano gioie inaspettate altre cocenti delusioni, ma gli stimoli che ti forniscono i concorsi sono immensi, sei libero di pensare e di dare risposte a quesiti che ti pongono.

Rappresentano la fiducia verso qualcosa che potrebbe essere………dipende da te e dalla tua voglia.

 

IL LAVORO

Parallelamente alla parte concorsuale inizia la ricerca paziente di un posto di lavoro dove cominciare a fare esperienza e guadagnare qualcosa.

A Roma, in molti studi, lavori con retribuzioni ridicole e con apprendimento ancora più ridicolo……….e devi esserne felice perchè lavori nello studio di “Pincopallo”-noto cattedratico………..

Io, invece, cerco un posto dove pure mal-pagato posso in ogni modo apprendere qualcosa di concreto.

Mi piaceva cercare una “botteguccia” dove non si progettava il mega-albergo che al 99% restava sulla carta, ma dove si progettavano cose anche ridotte ma da costruire.

Dopo una discreta ricerca ho trovato un posto dove potevi seguire l’intero iter progettuale che andava dall’ideazione alla realizzazione passando attraverso contatti con tutta una serie di artigiani; vedevi realizzare quasi in tempo reale prototipi delle tue idee……….era gratificante!

Questo lavoro l’ho fatto per circa dieci anni specializzandomi in interior-design legato al mondo del commercio.

 

IL SALTO

Arriva il giorno di prendere il volo verso altri obiettivi; i tempi cambiano, si cominciano nuove avventure………………..resto sempre in contatto con la “botteguccia, ma inizio l’attività in proprio.

Difficoltà enormi si intrecciano con soddisfazioni enormi, trovare lavoro e difficile ma quando lo trovi ti entusiasmi.

Lo porti a compimento nel miglior modo possibile cercando di rispettare tutti i propositi iniziali.

Soddisfazione finale per il bel risultato, poi inizia la lotta per farsi pagare in tempi accettabili………..

La professione dell’architetto richiede investimenti molto alti e quindi committenze con elevate possibilità economiche,a volte uno rimpiange di non fare un mestiere per il quale il tuo servizio non richiede parcelle esose……..

Se vai dal panettiere sai che spenderai una certa cifra……..

Se vai dagli orafi sai che puoi spendere fino ad un’altra cifra…………

Se vai dall’architetto non sempre sai quanto puoi spendere!

Questo intimorisce la classe media che preferisce non affidarsi ad un valente architetto e si mette in mano a un discreto geometra………

…………………..ma io sono anche geometra!!!!!!!

 

Chi siamo

Chi Siamo

XXL Architetture è stato fondato nel settembre
del 2003 ed attualmente ne fanno parte
gli architetti Germano Franciosi (1976)
ed Arcangelo di Cesare (1966).

Contatti

Mail Us
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Germano Franciosi
+39.338.3324939
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Arcangelo Di Cesare
+39.347.1956759
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Lo studio

lo studio 1

Location
Via Simone Mosca, 15
00168 - Roma - Italy
mappa

Vuoi rimanere in contatto con noi? Seguici ora su...