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2008

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Sabato, 20 Dicembre 2008 00:00

FLP-24

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Pubblicato in XXL FLIPPER
Mercoledì, 10 Dicembre 2008 00:00

PRESS/Tletter n.10-11/2008

CRONACHE E STORIA-NOVEMBRE 1958

 

Il fascicolo di novembre è particolarmente denso di temi compositivi: dal liberty di due giovani architetti torinesi, alla spregiudicata denuncia di un giovane architetto milanese, dall’enciclopedia espressiva del concorso per Brusson che vede opporsi ad alcuni esponenti razionalisti le visioni di Carlo Scarpa e di Marcello D’Olivo all’eredità di Otto Wagner, passando per la casa veneziana di Ignazio Gardella e per il Seagram Building di Ludwig Mies van der Rohe.

Proprio intorno a quest’ultimo edificio si incentrerà l’editoriale di Bruno Zevi che se da un lato esalta il capolavoro americano dall’altro aggiunge delle acute osservazioni:

- l’edificio doveva esser costruito negli anni ’20/‘30, perché così avrebbe riscattato quegli anni manifestandogli un ordine, una misura, una bellezza antitetica ai turpi arbitri della dittatura, ma in quegli anni Mies era disoccupato…..

- il “meno è il più” diviene principio leggermente grottesco quando è applicato a un Seagram Building rivestito in bronzo e più costoso di ogni altro grattacielo d'America…….

- sul piano figurativo l’anacronismo è dovunque evidente: nella tradizionalistica gerarchia tra prospetto principale, fianchi e retro; nella simmetria programmaticamente inflessibile; nella mancanza di articolazioni spaziali e di modulazioni luministiche e nella profusione di rivestimenti marmorei.

Il Razionalismo divora se stesso nella testimonianza del suo più fedele esponente: tutto ciò che Mies ci aveva insegnato è sistematicamente contraddetto con un processo, meno clamoroso dell’auto-sconfessione di Le Corbusier a Ronchamp ma, appunto perciò, più tragico e definitivo.

Nel dare il suo voto favorevole al governo dell'On. Fanfani, il Presidente dell'Istituto Nazionale di Urbanistica On. Ing. Adriano Olivetti ha fatto alcune dichiarazioni estremamente precise, esprimendo il pensiero e il sentimento di tutti i tecnici italiani: “ i problemi sociali nel nostro paese non sono problemi di congiuntura, bensì di struttura. Ciò significa che non si possono vittoriosamente fronteggiare e risolvere, se non mediante un approccio integrato, vale a dire capace di dar corso ad una serie di interventi coordinati e simultanei, tali da investire le strutture sociali nel loro complesso. I governi precedenti si sono troppo spesso perduti negli interventi frammentari, che facilitano, in una politica sezionale, il clientelismo, le preferenze e le discriminazioni.”.

Tralasciando la seconda parte tecnica del discorso incentrata sulla denuncia della mancanza di leggi e strutture che regolano l’urbanistica italiana, rimane la traccia, che conferma, che questo paese difficilmente cambierà indirizzo………

La palazzina di Corso Monte Grappa a Torino di Roberto Gabetti e Aimaro Oreglia d’Isola, anticipando il loro capolavoro, la Bottega d’Erasmo, solletica il dibattito sul liberty.

Nel bilancio dell’architettura europea di questo dopoguerra, l’istanza di umanizzazione del razionalismo ha trovato tre esplicitazioni: il movimento organico, l’ispirazione a forme spontanee e indigene e la ripresa del Liberty. Tralasciando il movimento organico, la fondamentale differenza tra il liberty e il rustico è che il primo è urbano e il secondo inesorabilmente provinciale, Il primo offre la possibilità di una «architettura minore », il secondo è minorato in partenza, la «memoria» liberty rende civile anche una casa economica; lo «spontaneo» umilia a tono campagnolo, tanto più falso quanto più abile, anche una villa signorile.

Nel 1958 l’architetto Ignazio Gardella terminava la costruzione della casa veneziana alle Zattere.

L’iter progettuale fu complicato dalle autorità veneziane e dalla Soprintendenza che ne modificarono l’aspetto finale.

Le autorità, infatti, decisero di eliminare il balcone più basso perché troppo incombente sulle fondamenta; il progetto risultò impoverito nelle sue proporzioni perché il blocco che prima “posava” energicamente a terra alla fine risultò un po’ sospeso; in compenso il gioco delle finestre sfalsate, nella zona a sinistra del prospetto, fu corretta magistralmente.

L’architetto Gardella riuscì, accettando le modifiche imposte, a costruire la sua architettura in una città che aveva già bocciato il grande Frank Lloyd Wright e perso ogni tipo di occasione che negli anni gli si era presentata…….

In quell’anno Richard Buckminster Fuller, di passaggio a Roma, chiese, appena arrivato alla stazione: “Andiamo a vedere il Pantheon. A parte quelle geodetiche concepite da me, il Pantheon ha la più bella cupola al mondo“.

Fece tre critiche:

1-troppo omogenea a confronto anche della più complessa cupola geodetica in metallo;

2-troppo pesante, specie se paragonata ad una delle correnti cupole geodetiche che possono essere trasportate da un piccolo elicottero;

3-troppo piccola, rispetto alla geodetica di 800 piedi (metri 234) con cui sarebbe facile inglobare tutta San Pietro.

Nel novembre del 1958 il Ministero dei Lavori Pubblici indice un concorso nazionale fra ingegneri ed architetti italiani, per il progetto della nuova sede del Tribunale civile e penale e della Procura della Repubblica che dovrà sorgere in Roma su una parte dell'area demaniale di piazzale Clodio, per un importo presunto di tre miliardi di lire…………pardon 1.549.370.69 euro.

Al progetto dichiarato vincitore, composto dagli architetti N.Monteduro, G.Perugini, F.Bruno, V.De Feo, U.De Plaisant, E.Giangreco, F.Girardi, M.Nicoletti e P.Reggiani, fu assegnato un premio di 3.500.000 di lire………………..pardon 1.807,60 euro, circa 200,00 euro a testa.

 

CRONACHE E STORIA-DICEMBRE 1958-GENNAIO 1959

 

Memorie di un capo d’anno.

E’ suggestivo scorrere all’indietro le tavole cronologiche di una storia dell'architettura moderna sottolineando ciò che avvenne decade per decade:

-1949 dieci anni fa: i Dormitori del M.I.T. a Cambridge Mass. opera di Alvar e Aino Aalto, il motivo delle scale-rampa conferenti un'unità organica anche all'altimetria dell'edificio e la spregiudicatezza delle finestrature non più costrette nella classica sovrapposizione dei razionalisti.

-1939 venti anni fa: l’Esposizione Universale di New York con il Padiglione Finlandese di Aalto e la sua un'insuperata immagine spaziale.

-1929 trenta anni fa: Mies van der Rohe edifica il suo capolavoro a Barcellona, traduce in poesia la grammatica neoplastica, propone una tematica architettonica che egli stesso rinuncia poi ad esplorare per un'inibizione in senso classicistico.

-1919 quaranta anni fa: Gropius fonda la Bauhaus a Weimar e Le Corbusier inizia con Ozenfant la pubblicazione dell’“Esprit Nouveau”; viene costruita a Welwyn la seconda città-giardino inglese, che rimane ancora il miglior documento dell'ottocentesca utopia di decentramento urbano.

1909-mezzo secolo fa: Marinetti lancia a Parigi il movimento futurista dalle colonne del “Figaro” e Wassily Kandinsky crea a Monaco la ”Nuova Associazione Artistica”.

1899-sessanta anni fa: a Londra, Ebenezer Howard fonda la «Garden Cities Association”, estremo atto di fiducia in un capitalismo illuminato.

1889-settanta anni fa: lo strutturalismo irrompe nella cultura europea con la Torre di Eiffel e la Galleria delle Macchine di Dutert e Contamin all'Esposizione di Parigi.

1879-ottanta anni fa: William Le Baron Jenney, crea con il Leiter Building, il grattacielo con la struttura a vista, iniziando in quegli anni l'epopea della “Scuola di Chicago“.

1869-novanta anni fa: una stella benevola protegge le madri degli architetti: nascono Frank Lloyd Wright, Tony Garnier, Hans Poelzig e Albert Kahn.

Come giudicheranno i posteri i nostri anni ?

Il 2008 sarà ricordato per la “moscia” biennale di architettura o per le intercettazioni telefoniche dell’architetto Marco Casamonti?

Vedremo………..

Nel 1958 si calcolarono i costi della seconda guerra mondiale e si scoprì che, oltre ai 22 milioni di persone che vi trovarono la morte e agli altri 34 milioni che ne restarono feriti o mutilati, con la somma di denaro “investita”, si poteva attuare un programma edilizio retroattivo imbarazzante:

si poteva costruire una casa di cinque stanze per ogni famiglia sul globo terrestre………..

Visto che queste festività ci hanno “regalato” l’ennesima guerra e che il bisogno di case cresce in maniera esponenziale, perché ci si ostina a commettere sempre gli stessi errori/orrori?

Vengono presentate alcune opere dell’architetto Vito Latis, tra le altre spicca il Condominio di piazza della Repubblica a Milano che segna il momento di una ricerca intensa che sfocia nel tormento nella decomposizione e nell’incastro dei volumi edilizi; la facciata presenta, infatti, una composizione ricca di effetti chiaroscurali, impostati su un reticolo composto da putrelle in ferro, e dettati da tavolati color bruno scuro, pannelli di chiusura color giallo chiaro e logge rivestite in tesserine di ceramica martellinata color verde oliva.

La freschezza e l’attualità dell’architettura di Latis è evidente; ed è sorprendente scoprire come, nonostante i cinquant’anni di differenza, le sue realizzazioni non temono il confronto con le valide architetture residenziali costruite oggi a Milano dall’architetto Cino Zucchi.

La semplicità d'impostazione, la sicura razionalità degli impianti e la normalizzazione dei metodi costruttivi si accompagnano ad una ricerca di gusto che caratterizzerà la produzione dello studio romano degli architetti Vincenzo, Fausto e Lucio Passarelli.

Lo studio, fondato dal padre Tullio ai primi del ‘900, maturò negli anni un linguaggio semplice e funzionale capace di traghettare verso le soluzioni nuove una clientela per sua natura restia e tradizionalista; e lo fece tenendo sempre presente il fattore economico e l’aspetto costruttivo, senza per questo mortificare le soluzioni ma anzi accentuando la funzionalità espressiva.

Con questi presupposti arrivarono al capolavoro di via Campania a Roma.

Nel fascicolo trova spazio l’architettura di Eduardo Vittoria nelle realizzazioni di due edifici industriali e di due ville: un impegno professionale intenso e intransigente, una fiducia ferma, sorretta da una vigile sensibilità critica, nelle possibilità dell'architettura moderna.

La rigidità del metodo di lavoro, scevro da concessioni, per la laboriosa conquista di un linguaggio, ha imposto talvolta a Vittoria atteggiamenti aspri e polemici che però gli hanno permesso di superare l’ossequio, quasi manieristico per Mies delle sue prime opere, a favore di un linguaggio più chiaro, più coerente e più maturo.

Un linguaggio riassumibile in un suo concetto: “Gli alberi o i mattoni che disponiamo in questo o in altro modo, non stanno più come alberi isolati, come pietre le une sovrapposte alle altre, ma tutte unitamente come elementi che si tramutano in paesaggio: è la creazione di un paesaggio che comprenda le case come il parco, le fabbriche come i giardini”.

Per dare la misura dello spessore intellettuale di quegli anni viene pubblicata la notizie che il Collegio degli Accademici dell’Accademia delle Belle Arti di Venezia ha nominato accademici onorari, oltre a Frank Lloyd Wright, i seguenti architetti: Alvar Aalto, Le Corbusier, Richard Neutra, Ludwig Mies van Der Rohe, Walter Gropius, Jacobus Johannes Pieter Oud e Willem Marinus Dudok.

Sul finire del 1958 e agli inizi del 1959 potevi comprare il primo materasso in schiuma di lattice prodotto in Italia da Pirelli al prezzo di lire 16.900 (senza fodera) o lire 19.900 (con fodera)………………

…pardon euro 8,73 o euro 10,28……..meno della copia, questo mese in edicola, della rivista Casabella.

 

 

 

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